Il rettore dell’Università di Pisa risponde alla presidente dell’Unione delle comunità ebraiche (UCEI)
Cara Presidente,
Ho letto la sua lettera del 12 marzo, e temo che Lei abbia travisato la mia posizione e in generale il senso del dibattito che si sta sviluppando nell’Università di Pisa.
Dopo gli eventi del 23 febbraio, in cui nella nostra città manifestazioni studentesche sono state interrotte con l’uso della forza, abbiamo sentito il bisogno di dimostrare che l’università è un luogo aperto alla libera e pacifica espressione delle opinioni. Per tale ragione nella cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico è stato offerto uno spazio a tutti i gruppi studenteschi che su varie questioni avevano presentato mozioni che sarebbero state discusse in una riunione straordinaria del Senato Accademico già programmata per il 14 marzo. Un gruppo ha accettato l’invito e un suo rappresentante, designato dal gruppo stesso, ha effettuato l’intervento a cui Lei fa riferimento. Altri gruppi non hanno manifestato interesse. Questa presentazione non era l’occasione per un dibattito o per un contraddittorio, rimandato al Senato Accademico straordinario, per il quale qualunque altro membro della nostra comunità accademica avrebbe potuto presentare ulteriori mozioni.
Così è accaduto, e una collega ha presentato una mozione a nome di alcuni docenti e studenti appartenenti alla comunità ebraica. La discussione delle mozioni è stata molto ampia e si è svolta in un clima costruttivo, dimostrando, a mio parere, che è possibile sviluppare un confronto civile su argomenti complessi e divisivi anche da parte di persone che hanno storie personali e opinioni molto diverse. La mozione finale approvata dal Senato è allegata alla presente.
Nella mozione potrà trovare risposta alle preoccupazioni che mi ha segnalato. Mi riferisco al rifiuto del boicottaggio, e alla necessità di mantenere le collaborazioni didattiche e scientifiche con le istituzioni accademiche e scientifiche dello Stato di Israele. Mi riferisco anche all’impegno a tutelare tutti i membri della nostra comunità, siano essi di origine israeliana, ebraica, palestinese e di ogni altra etnia o religione. Abbiamo ribadito l’impegno a promuovere iniziative volte a creare un ambiente in cui ciascuno si possa sentire al sicuro e si identifichi in un terreno condiviso di rispetto dei diritti e dei valori umani fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita, unico possibile punto di partenza per ogni tentativo di ricomposizione.
Mi permetto poi di puntualizzare che la condanna della strage in corso a Gaza e in generale le critiche a specifici atti dell’attuale Governo di Israele non possono essere considerati come atti di antisemitismo, o come mancanza di rispetto per la comunità ebraica. Credo anche che nell’attuale situazione la priorità assoluta sia l’immediato cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il libero accesso agli aiuti umanitari, nell’auspicio di una soluzione definitiva che, nel rispetto del diritto internazionale, garantisca la pacifica convivenza di tutti i popoli della regione.
Non esiste quindi alcuna volontà di rinnegare lo spirito della cerimonia del settembre 2018, tanto più che ho recentemente aderito alla proposta di ricostituire, assieme alle altre istituzioni universitarie pisane, il Comitato San Rossore 1938, con il compito di proseguire in questa linea di attività.
Resto comunque a disposizione per ulteriori interlocuzioni che Lei e l’UCEI vorrete eventualmente intraprendere.
Cordiali saluti,
Riccardo Zucchi
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