Gelmini critica la legge regionale toscana sul suicidio assistito
La Regione Toscana apre al suicidio assistito con una legge che ha suscitato dibattito e divisioni politiche. L’ex ministra degli Affari Regionali nel governo Draghi, Mariastella Gelmini, oggi senatrice di Noi Moderati – Centro Popolare, esprime una netta contrarietà alla normativa regionale, sostenendo che si tratti di una materia di competenza esclusivamente nazionale.
“La legge approvata in Toscana è uno strumento sbagliato – dichiara Gelmini – perché affronta un tema che spetta al Parlamento e non alle Regioni. Non possiamo accettare un sistema frammentato, in cui ogni territorio legifera autonomamente su un argomento così delicato, creando una ‘legislazione Arlecchino’ a livello nazionale”.
La senatrice sottolinea inoltre la necessità di un quadro normativo chiaro e uniforme, nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale che ha depenalizzato il suicidio assistito solo in presenza di specifiche condizioni, come l’irreversibilità della malattia e la sofferenza insopportabile per il paziente.
“Non si può lasciare che un tema così serio diventi oggetto di divisioni ideologiche o di battaglie politiche – aggiunge Gelmini –. Il dibattito sul fine vita merita un confronto serio e responsabile, evitando di ridurlo a una contrapposizione tra fazioni o a un’accettazione indiscriminata del suicidio assistito come un ‘diritto’ acquisito”.
Con questa posizione, Gelmini invita il Parlamento ad affrontare il tema con una legge nazionale che stabilisca criteri chiari e uniformi, evitando che siano le singole Regioni a legiferare su una questione di tale rilevanza etica e giuridica.
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