A LuBeC si parla di Worlding: “creare mondi, costruire identità in un’era digitale”
Il 9 e 10 ottobre a Lucca si terrà la XX edizione di LuBeC, l’incontro annuale organizzato da PromoPA Fondazione, che quest’anno affronterà tra i tanti argomenti in programma il tema “Worlding e Cultura: l’immersività digitale nell’esperienza culturale contemporanea”. Al centro dell’evento sarà il concetto di worlding, ovvero la creazione di mondi immaginari, e la sua evoluzione nell’era digitale.
Ma cos’è oggi il Worlding Digitale?
Il concetto di *worlding*, ovvero la creazione di mondi immaginari, ha subito un’importante trasformazione nell’era digitale. Se in passato questa attività era riservata a scrittori e artisti, oggi, grazie alla diffusione di strumenti e piattaforme digitali, è diventata una forma d’arte accessibile a tutti. Questo cambiamento ha permesso a chiunque di costruire realtà virtuali, mondi di gioco e metaversi, aprendo nuove possibilità creative.
Il digitale, infatti, offre agli artisti e ai creatori una tela senza confini, su cui possono proiettare le loro visioni. Non essendo più limitati dai vincoli della materia fisica, essi possono plasmare realtà alternative, dove persino le leggi della fisica e della logica possono essere reinventate. Questa nuova libertà espressiva ha dato vita a generi artistici innovativi, ridefinendo il nostro modo di interagire con la cultura contemporanea.
L’impatto di queste nuove forme di *worlding* sulla cultura è profondo e variegato. Ora, chiunque può diventare un creatore di mondi, abbattendo quelle barriere che un tempo riservavano la produzione culturale a pochi eletti. Grazie alla tecnologia digitale, è possibile creare esperienze immersive che coinvolgono tutti i sensi, portando lo spettatore direttamente al centro della narrazione. In questo modo, i mondi virtuali offrono anche nuove modalità di interazione sociale, superando i limiti imposti dalla distanza geografica e dal tempo.
La possibilità di creare avatar personalizzati e identità virtuali solleva, però, nuove domande sul concetto di identità e di sé. Inoltre, la creazione di mondi virtuali apre discussioni etiche su temi importanti, come la proprietà intellettuale, la privacy, la dipendenza e la disinformazione. Questi interrogativi richiedono una riflessione attenta, dato che il worlding digitale sta influenzando profondamente il nostro rapporto con la realtà.
Un esempio di come il worlding digitale si stia manifestando è la creazione di videogiochi ed esperienze di realtà virtuale, che consentono un’immersione totale in ambienti multisensoriali. Il metaverso, una versione tridimensionale di internet, permette agli utenti di interagire tra loro e con oggetti virtuali in tempo reale. Parallelamente, l’introduzione degli NFT ha rivoluzionato il mondo digitale, consentendo di certificare la proprietà di oggetti unici e creando nuove economie virtuali e modelli di business.
Anche i social media giocano un ruolo chiave in questo processo, con i loro filtri e funzionalità di personalizzazione che permettono agli utenti di costruire rappresentazioni virtuali di sé stessi. Questa continua interazione con il digitale modifica la nostra percezione dell’identità, poiché attraverso la creazione di avatar e la partecipazione a comunità virtuali, possiamo costruire versioni di noi stessi diverse da quelle reali. Questa flessibilità identitaria può essere vista come una forma di liberazione, ma allo stesso tempo può generare disorientamento.
Il futuro del digitale, dunque, si presenta ricco di promesse ma anche di incertezze. Da una parte, abbiamo la possibilità di vivere esperienze culturali sempre più coinvolgenti e personalizzate; dall’altra, emergono sfide legate alla dipendenza digitale, alla disinformazione e alla crescente polarizzazione sociale.
In conclusione, il *worlding* digitale rappresenta una rivoluzione culturale senza precedenti. La capacità di creare mondi virtuali sta cambiando radicalmente il nostro modo di relazionarci con la realtà, con gli altri e con noi stessi. Tuttavia, per trarre i massimi benefici da questa rivoluzione, è cruciale riflettere sulle sue implicazioni e impegnarsi a costruire un futuro digitale che sia inclusivo, equo e sostenibile.
Ciro Costagliola
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