La filiera lapidea di Massa-Carrara conta circa mille imprese che occupano oltre 4mila addetti che esportano in tutto il mondo prodotti grezzi e lavorati per 562 milioni di euro di controvalore. Si tratta di imprese solide, propense ad investire con una redditività netta doppia rispetto agli altri settori della provincia. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati del primo rapporto sull’Osservatorio del marmo, presentati venerdì 6 dicembre nella sede di Carrara della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest. L’Osservatorio è stato promosso da un accordo tra il comune di Carrara, la Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest e il Consorzio Zona Industriale Apuana, siglato a febbraio 2024. Questo organismo ha l’obiettivo di fornire una conoscenza approfondita e dettagliata del “sistema lapideo” locale, nelle sue fasi di escavazione, lavorazione e commercializzazione. Al focus sono intervenuti il presidente della Camera Valter Tamburini, la sindaca del comune di Carrara Serena Arrighi, l’amministratore unico del Consorzio Zona Industriale Apuana Norberto Petriccioli, e i rappresentanti di associazioni di categoria e sindacali.

Il settore del marmo rappresenta una risorsa strategica per il territorio, grazie alla sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, creando valore e sostenendo l’economia locale” – afferma Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest. L’Osservatorio del Marmo, frutto della collaborazione tra enti, costituisce un passo decisivo per dotarci di strumenti di analisi approfonditi sull’intera filiera, dalla escavazione alla lavorazione e commercializzazione dei materiali lapidei. Come Camera di Commercio, siamo fortemente impegnati nel supportare lo sviluppo di questo settore, convinti che la conoscenza e il monitoraggio continuo forniti da questo strumento sono essenziali per affrontare le sfide future e consolidare la competitività del nostro sistema economico.”

Con la costituzione un anno fa di questo osservatorio abbiamo compiuto un importante passo verso il futuro dell’intero settore, oggi ne compiamo un altro, l’ennesimo  – sottolinea la sindaca di Carrara Serena Arrighi -. Grazie al grande lavoro degli uffici comunali e del dirigente Giuseppe Bruschi negli ultimi due anni abbiamo già raggiunto risultati fondamentali per la regolamentazione di quello che è il principale settore economico cittadino. La sigla delle convenzioni, i regolamenti sulla tracciabilità, l’articolo 21 o ancora quello sulle gare che ci apprestiamo ad approvare sono tutti tasselli che combinati tra loro contribuiscono a fornire all’intero comparto regole chiare e certe, requisito fondamentale per garantire crescita e sviluppo. È per questo che la nostra amministrazione ha fortemente voluto la costituzione dell’osservatorio coinvolgendo soggetto importanti come la Camera di commercio con il suo Istituto studi e ricerche e il consorzio Zona industriale, che oggi voglio ringraziare una volta di più per il loro fondamentale contributo. Grazie al grande lavoro di indagine svolto nell’ultimo anno abbiamo ora a disposizione dati ancora più precisi, aggiornati e scientificamente accurati sull’andamento dell’intero comparto apuano.”

“Abbiamo voluto mettere a disposizione degli Enti Locali e dei processi di attuazione delle politiche pubbliche del settore del lapideo, le competenze che il Consorzio Z.I.A. ha accumulato negli anni – ha dichiarato Norberto Petriccioli, amministratore unico del Consorzio Zona Industriale Apuana – si è trattato della gestione di una prima fase sperimentale dell’Osservatorio sul Marmo del Comune di Carrara, dedicata, quindi, ad un settore strategico per lo sviluppo imprenditoriale ed occupazionale dell’intera economia apuana; un settore “storico” del nostro territorio e sul quale, è, infatti, posta, da anni, una sostanziosa porzione del valore aggiunto generato a livello provinciale; un settore che, quindi, aveva bisogno, come previsto dagli strumenti Regolamentari del Comune, di un approccio tecnico-scientifico finalizzato a misurare non solo l’andamento del mercato del lapideo in termini generali, ma, anche e soprattutto, gli impatti che lo stesso ha saputo generato sui singoli aspetti economici, di mercato ed occupazionali nel corso degli anni.”

Le imprese e l’occupazione: si contrae la base imprenditoriale e calano gli addetti

A fine 2021, secondo i dati Istat, la filiera lapidea di Massa-Carrara conta circa 1.000 unità locali, concentrate per quasi il 70% a Carrara (662 unità) e la maggior parte delle restanti a Massa (289 unità). Questa distribuzione territoriale è rimasta costante nel tempo, ma il tessuto imprenditoriale complessivo ha subito un calo: dal 2010 si sono perse 83 aziende (-8%), ma soprattutto 124 dal 2015 (-11%). La crescente terziarizzazione ha conferito alle imprese del commercio all’ingrosso di materiali lapidei un ruolo sempre più rilevante, come dimostrano le 560 unità del comparto. Seguono le attività di lavorazione, con 249 imprese, quelle di estrazione (120 localizzazioni) e infine quelle legate alle tecnologie e agli abrasivi (73). Gli addetti sono scesi, a fine 2021, a 4.051 unità, perdendo 415 unità rispetto al 2015 (-9,3%) e 674 nel raffronto con il 2010 (-14,3%). Tra i lavoratori alle dipendenze della filiera lapidea, gli operai si confermano la componente più rilevante all’interno del comparto, incidendo per il 64% sul totale dei lavoratori dipendenti, nonostante il processo di terziarizzazione ne abbia ridotto la consistenza del 10% rispetto al 2015. La fascia di età più numerosa è quella degli over 50 (48% del totale) e, rispetto al genere, la presenza delle donne nelle aziende lapidee ha raggiunto quasi 500 unità, con una forte presenza nel commercio e nella lavorazione.

L’export: andamenti positivi

A fine 2023, la provincia apuana si conferma leader del comprensorio apuo-versiliese, rappresentando, secondo i dati Istat, l’85% delle esportazioni lapidee del comprensorio che oltre a Massa-Carrara comprende Lucca e La Spezia. Le vendite all’estero di marmo in blocchi e lastre della provincia di Massa-Carrara hanno raggiunto 189 milioni di euro, in calo rispetto al picco di 200 milioni del 2022, ma in crescita del 23% rispetto al 2013. La Cina, con quasi 100 milioni di euro, rimane il principale mercato di destinazione, assorbendo oltre la metà delle esportazioni di questo specifico prodotto (51%). Per il marmo lavorato, le vendite hanno totalizzato 373 milioni di euro nel 2023, in calo rispetto ai 415 milioni dell’anno precedente (valore che però rappresenta il miglior risultato del decennio), ma con una variazione positiva del 13% rispetto al 2013. Con 150 milioni di euro, gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco, rappresentando il 40% delle vendite di prodotti finiti lapidei.

I bilanci delle società: crescita, solidità, investimenti e utili elevati

Le società di capitali della filiera lapidea di Massa-Carrara hanno superato le sfide della pandemia da Covid-19 mostrando una notevole capacità di adattamento. Nel 2022, il fatturato medio delle imprese del settore, secondo i dati Infocamere-ANBI, ha segnato un incremento del 14% rispetto al 2019, con un giro d’affari che ha raggiunto 3,2 milioni di euro per azienda. Il ritmo di crescita si è, tuttavia, mantenuto inferiore rispetto alla media provinciale, cresciuta del 38%. A trainare la filiera sono stati soprattutto il commercio all’ingrosso di materiale lapideo (+18% tra il 2019 ed il 2022) e la lavorazione (+13%), grazie al contributo delle esportazioni. Anche il comparto delle tecnologie e degli abrasivi ha registrato una crescita a doppia cifra (+10%), mentre i ricavi dell’estrazione si sono fermati a un +8%, penalizzati dal contingentamento delle attività di escavazione, protrattosi anche nel 2023.

La dimensione aziendale rappresenta una variabile chiave nelle dinamiche di crescita del giro d’affari: il fatturato delle medie e grandi imprese (quelle con valore della produzione superiore a 10 milioni di euro) è cresciuto del 25% tra il 2019 e il 2022, contro il +10% delle piccole, mentre le micro imprese (fino a 2 milioni di euro) hanno subito un calo del 7%.

Sul fronte dei costi, le imprese lapidee hanno beneficiato, in generale, della disponibilità in loco di materia prima, che ha consentito una dinamica dei costi di produzione più contenuta rispetto alla media provinciale. Il costo del lavoro è cresciuto dell’8% per impresa, contro il +19% degli altri comparti provinciali.

Nonostante l’impatto della pressione fiscale, che ha eroso il 30% del risultato ante imposte, il settore ha mantenuto margini di redditività elevati: nel 2022, il 9% dei ricavi si è tradotto in utile netto, una percentuale quasi doppia rispetto a quanto registrato dal complesso delle società di capitali della provincia.

La presentazione è allegata a questo comunicato stampa, ovvero scaricabile dal sito www.isr-ms.it.