Geal in Gaia: un’occasione persa per Lucca? Le critiche di Fantozzi
“ La questione della mancata proroga alla concessione della Geal e quindi la sua confluenza in Gaia è l’ennesima genuflessione della sinistra e del Pd lucchese all’egemonia fiorentina.
Ci sono tanti motivi per rammaricarci dell’epilogo di una questione che pare scontato. Da parte sua il Comune di Lucca e il Sindaco Pardini hanno fatto il massimo possibile, in una partita che si giocava altrove.
Se dispiace vedere che trattative e accordi sono saltati a causa della parte lucchese del Pd, sono sul tavolo le molte perplessità che il presidente di Lucca Holding Porciani e anche il sottoscritto abbiamo sollevato sia per quanto riguarda la situazione patrimoniale di Gaia e, di conseguenza, sul futuro di cittadini e imprese che si troveranno in un contesto di tariffe più elevate anche del 34% e di un servizio che presumibilmente peggiorerà a causa degli investimenti sul territorio che fatalmente caleranno.
Dispiace ancora di più se si analizza la storia di Geal, prerogativa lucchese nata nel 1993, portata avanti caparbiamente anche dal sindaco Lazzarini nel suo mandato e perfezionata dal sindaco Fazzi che ha concluso l’ingresso del privato Crea Spa e Compagnie General des Eaux francese. Una storia in cui il centrosinistra ha recitato un ruolo importante, quindi, e che oggi viene sconfessato dagli esponenti di questa parte politica.
Il centrodestra, a partire appunto da Fazzi fino a arrivare a Pardini, ha sempre cercato di salvaguardare l’autonomia delle acque su Lucca, ed ha perfezionato una società che rimane ancora il modello piú significativo di questo tipo, grazie alla sua gestione efficiente ed economicamente virtuosa che dovrebbe essere presa a modello in tutta la regione, anche dalle aziende pubbliche. Senza dimenticare, si badi bene, che questi risultati, con tariffe molto inferiori a quelle dei territori confinanti, sono stati ottenuti con investimenti costanti che hanno rinnovato le strutture, innalzato la qualità del trattamento e depurazione delle acque reflue, ampliato la rete verso ampie zone che erano prive di rete fognaria.
Dunque, come abbiamo più volte sottolineato, perché permettere questa fine ingloriosa e pericolosa di una azienda che gestisce un bene così rilevante? Non potrebbe essere l’occasione per bypassare gli schemi attualmente tanto cari alla sinistra toscana e lavorare a una nuova dimensione territoriale della gestione delle acque? Il modello c’è, le strutture e le capacità anche. E’ ora di finirla di andare al traino di idee che favoriscono sempre i soliti noti. Lucca deve tornare a contare, a essere al centro di dinamiche innovative e efficaci” dice Vittorio Fantozzi, Capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio Regionale della Toscana .
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