Il responsabile giustizia di FI in Toscana, Avv. Baldini: “Separazione delle carriere dei magistrati, bene, benissimo. Ma basterà?”
Finalmente sembra che si sia pronti per proporre al parlamento di decidere sulla separazione delle carriere. Sicuramente un grande passo verso quella parità delle parti che è requisito essenziale del processo accusatorio.
Ma sarà sufficiente? O sarà soltanto una conquista formale. Certo, Giudice e Pubblico Ministero non vestiranno più la stessa casacca, intercambiabile, ma lo stesso percorso formativo, lo stesso concorso e, soprattutto, lo stesso habitus mentale rendono sempre contigue queste due parti, apparentemente uguali ed invece profondamente diverse, che dovrebbero essere nettamente separate.
Il risultato per la Giustizia è quindi positivo ma non sufficiente
La riflessione trae spunto dall’alto numero delle assoluzioni che, se da una parte certifica l’indipendenza della gran parte dei giudicanti, dall’altra sta a dimostrare che molti, troppi processi vengono intentati senza che ci siano gli elementi ragionevolmente sufficienti per poter addivenire ad una pronuncia di condanna. Rimane il fatto che, dopo aver sottoposto alla macchina del fango incolpevoli cittadini, oltre che personaggi pubblici, ed aver così pesantemente condizionato la loro vita, la sentenza di assoluzione è una ben magra consolazione per chi per anni, o addirittura decine di anni, è stato sotto la spada di Damocle. Il processo non deve essere una pena anticipata, comminata indipendentemente dalla responsabilità penale.
Risulta essenziale ristabilire una corretta “cultura della giurisdizione”, intesa come cultura del processo.
La necessità cioè che il processo torni ad essere strumento per una corretta ed efficace amministrazione della giustizia e non un mezzo per esporsi mediaticamente, per fare carriera o, ancor peggio, per fare politica.
La stessa magistratura dovrebbe avvertire tale esigenza e collaborare fattivamente alla ricostruzione di una cultura della giurisdizione che si nutra del riconoscimento dei reciproci ruoli, della terzietà del giudice e della parità delle parti.
La strada è giusta, ma ancora lunga.
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