UE, Coldiretti Toscana: “Bene riforma DOP e IGP, vale 1,4 miliardi per agroalimentare regionale”
“La riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (IG) tutela i primati del Made in Tuscany nell’Unione Europea con 90 filiere del cibo e del vino riconosciute che sviluppano un valore di 1,4 miliardi di euro”. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani in riferimento all’approvazione definitiva al Parlamento Europeo della riforma delle Indicazioni geografiche (IG) dopo quasi tre anni di negoziato. La Toscana è stata tra le prime regioni in Italia ad aprire il dibattito sulla riforma ospitando, in più occasioni, il relatore, l’Europarlamentare, Paolo De Castro.
“Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso made in Tuscany alimentare che nel mondo vale oltre 6 miliardi di euro. Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che, oltre all’impatto economico e occupazionale, rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese. Un risultato ottenuto grazie al nostro impegno di questi anni in sinergia con tanti europarlamentari italiani a partire dal relatore Paolo De Castro” spiega il presidente Cesani.
La riforma prevede, come richiesto da Coldiretti, lo stop alla registrazione di menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di Dop e Igp. Sarà obbligatorio indicare il nome del produttore sull’etichetta di una Denominazione di Origine Protetta (Dop) o di una Indicazione Geografica Protetta (Igp), al fine di garantire la massima trasparenza ai consumatori. Ci sarà -spiega Coldiretti Toscana- maggiore tutela dei prodotti a indicazione d’origine anche come ingredienti in prodotti trasformati, soprattutto sul web dove i prodotti toscani sono costantemente sotto attacco ingannando i consumatori e danneggiando i produttori. Il nuovo regolamento riconosce e valorizza poi le pratiche sostenibili, che comprendono aspetti ambientali, economici e sociali, inclusi il benessere animale. Inoltre conferisce maggiore autonomia ai gruppi di produttori, consentendo di istituire un sistema volontario per potenziare la loro posizione all’interno della filiera”.
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