Val di Cecina: in crescita turismo, ristoranti e agricoltura biologica
Presentato questa mattina (venerdì 11 ottobre), nella prestigiosa cornice della sala del maggior consiglio di Palazzo dei Priori a Volterra, il primo rapporto economico sulla Val di Cecina, realizzato dall’istituto studi e ricerche per conto della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest. L’evento ha visto la partecipazione delle autorità locali, delle categorie economiche, di numerosi imprenditori e cittadini, interessati a conoscere le attuali dinamiche economiche, sociali e infrastrutturali di un territorio che vive una fase di cambiamento.
“Questo rapporto – ha dichiarato Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest – offre un’analisi dettagliata della Val di Cecina, mettendo in evidenza sia le sfide che le opportunità di un territorio in transizione. Sostenere il turismo e l’agricoltura è fondamentale, ma è altrettanto importante affrontare le criticità di altri comparti e investire nelle infrastrutture. I dati che presentiamo oggi rappresentano il contributo della Camera di Commercio al territorio, accompagnando iniziative già in atto e stimolando riflessioni sulle strategie necessarie per valorizzare le risorse locali. Siamo convinti che lo sviluppo economico possa andare di pari passo con la sostenibilità e la coesione sociale, per un futuro che coniughi crescita e rispetto dell’ambiente.“
Secondo i dati del rapporto, alla fine del 2023 la Val di Cecina contava 3mila 416 imprese, registrando un calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente e una flessione complessiva del 3,8% rispetto al 2013. Tuttavia, nonostante il numero delle imprese sia diminuito, il tessuto economico ha mostrato resilienza, soprattutto grazie alla crescita del settore turistico e agricolo, che rimangono i pilastri fondamentali dell’economia locale. Il turismo ha registrato un incremento del 26% dei pernottamenti nel decennio, segno di un’area che continua a richiamare visitatori grazie alla sua ricchezza culturale, alle bellezze naturali e alle tradizioni enogastronomiche. La capacità ricettiva ha assecondato questo percorso registrando un aumento dell’offerta del 22% nel giro di dieci anni, arrivando a circa 500 strutture, che rappresentano il 31% dell’offerta provinciale e il 48% dei posti letto.
L’agricoltura, che rappresenta il 33% delle imprese locali, ha dimostrato anch’essa una notevole capacità di adattamento. Il settore, che ha visto una riduzione del numero di aziende, registra anche un aumento della dimensione media, che oggi si attesta a 25 ettari, e l’impiego di manodopera salariata, denotando la ricerca di una maggiore efficienza. La diversificazione delle attività è un altro aspetto interessante, con un numero crescente di aziende che hanno investito nell’agriturismo, e un forte aumento delle superfici destinate alla produzione biologica, ora superiori ai 20mila ettari. Questi dati indicano un settore che, pur ridimensionato in termini quantitativi, punta sulla qualità e sulla sostenibilità ambientale per garantire il proprio futuro.
Tra le criticità che il territorio deve affrontare, vi è l’invecchiamento della popolazione. La Val di Cecina, che alla fine del 2023 contava 29.493 abitanti, mostra infatti un elevato indice di vecchiaia, con quasi tre anziani per ogni giovane anche se nel 2023, dopo più di dieci anni, la popolazione torna (di poco) a crescere. Anche i livelli di istruzione sono inferiori alla media provinciale: solo il 13% della popolazione ha un titolo di studio terziario, rispetto al 18% della provincia di Pisa, segno della necessità di investire in una formazione più avanzata e in opportunità educative migliori.
Sul fronte dell’imprenditorialità, la presenza femminile si attesta al 30% nelle attività dell’area e all’8,1% nelle imprese agricole, un aspetto da valorizzare per favorire l’inclusione e lo sviluppo.
Il commercio tradizionale ha vissuto una fase di contrazione (-0,4% nel 2023 che diventa un -14% se si considera l’ultimo decennio), in parte dovuta al calo demografico e all’evoluzione delle abitudini di acquisto, sempre più orientate verso il commercio elettronico e i centri commerciali. Molti piccoli esercizi commerciali hanno chiuso, soprattutto nei centri storici e nelle aree meno frequentate dai turisti ed anche i bar in dieci anni hanno subito un calo di quasi il 20%. Tuttavia, in contrapposizione a questa tendenza, la ristorazione ha mostrato una crescita significativa. Tra il 2013 ed il 2023, le attività legate alla ristorazione sono aumentate del 28,6%, spinte appunto dal turismo e dalla valorizzazione dell’enogastronomia locale, che si conferma uno dei principali attrattori per visitatori italiani e, soprattutto, stranieri. Questa tendenza non solo sottolinea il cambio nelle dinamiche di consumo locale, ma riflette anche il ruolo crescente che la ristorazione gioca nel rendere la Val di Cecina una meta attrattiva per i turisti.
Anche l’immobiliare ha vissuto sviluppi contrastanti: i prezzi delle abitazioni sono cresciuti del 6,7% mentre le transazioni risultano in calo. Un trend che sembra riflettere l’aumento della domanda da parte di chi cerca seconde case o immobili da mettere a reddito attraverso affitti turistici, mentre la domanda residenziale locale rimane contenuta a causa dell’invecchiamento della popolazione e, appunto, ai prezzi elevati.
In termini di infrastrutture, la Val di Cecina sconta la limitata rete di trasporti e i tempi di percorrenza elevati per raggiungere i principali nodi logistici. La rete digitale è in fase di miglioramento grazie agli investimenti per l’espansione della banda larga: a giugno 2024, il 47,1% del territorio disponeva di fibra FTTH, con l’obiettivo di una copertura totale entro il 2026. Tuttavia, permangono alcune zone con segnale insufficiente, che ostacolano l’attività economica e la possibilità di sviluppo in alcune zone.
Il rapporto evidenzia anche segnali di debolezza nei settori industriale e delle costruzioni. L’industria, che rappresenta il 7,1% delle imprese, ha subito una contrazione del 2% nel 2023 e anche l’artigianato perde lo 0,7%. Anche il settore delle costruzioni, fortemente influenzato dalla riduzione degli incentivi fiscali, ha registrato un calo dell’1,3%. La geotermia, l’alabastro e il sale rimangono elementi caratterizzanti del territorio, offrendo opportunità economiche e turistiche. In particolare, la geotermia non solo produce energia rinnovabile ma contribuisce anche ad attrarre visitatori, mentre l’alabastro mantiene il suo valore economico-culturale.
Il rapporto ha stimolato il dibattito sulle strategie future, come ha ribadito Sergio Chericoni, presidente dell’istituto studi e ricerche, che ha illustrato il ruolo dell’istituto nel monitoraggio dell’economia territoriale. Alberto Susini, coordinatore dell’istituto, ha successivamente presentato i dati del rapporto, mentre Valter Tamburini ha chiuso l’evento con un intervento sulla necessità di sostenere politiche per uno sviluppo sostenibile e coeso, capaci di valorizzare le risorse locali e promuovere la coesione sociale.
Il rapporto completo è scaricabile dal sito www.isr-ms.it.
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